Figura energica e vitale del panorama sportivo paralimpico per il suo attivismo in favore dei diritti delle persone transgender, si distingue non solo per i suoi successi, ma anche per il suo impegno sociale: parliamo di Ha affrontato molte sfide, sia sul piano personale che sportivo, e la sua storia rappresenta un esempio di resilienza e determinazione. Oltre a competere nell’atletica leggera, Valentina è una voce importante per la sensibilizzazione riguardo le questioni e per l'inclusione nel mondo dello sport. Ha parlato apertamente delle sue esperienze come persona transgender, diventando un simbolo di inclusione e rappresentanza nel mondo dello sport. La sua storia ha ispirato molte persone, contribuendo a promuovere una maggiore comprensione e accettazione delle diversità ed il suo percorso e le sue riflessioni vuole incoraggiare altri a perseguire i propri sogni, indipendentemente dalle sfide. L'abbiamo intervistata. "Vorrei che la mia storia possa essere utile a tutte le persone che vivono difficoltà nell'esternazione del proprio essere, per le loro famiglie e tutti e tutte coloro che si battono per i propri diritti. Parigi, da questo punto di vista, è stato per me un punto di partenza non di arrivo". "Credo principalmente per una questione di disinformazione o distorsione delle informazioni. Gran parte delle informazioni che sono circolate nei vari organi di stampa erano concentrate su aspetti poco rilevanti e non su fatti concreti. Prima di tutto si è perso di vista il fatto che io fossi un'atleta ed una persona, solo pochi giornalisti (Sabrina Longi, Claudio Arrigoni, Alessandro Gallo, Nicolò Guelfi per citarne alcuni) si sono dimostrati più sensibili rispetto ad altri e mi aspetto dagli organi di stampa maggiore accortezza su certe tematiche". "Tutto ciò che è diverso fa paura. La persona trans fa paura, la persona disabile fa paura ed io che incarno entrambe di diversità faccio paura al quadrato! (ride). Sono consapevole di questo, ma ciò mi rende ancora più convinta di quanto sia importante portare alla luce storie come la mia, per far riflettere e stimolare l'interesse verso tutte quelle atlete e quegli atleti che, all'interno del contesto sportivo, non vedono riconosciuta la propria diversità all'interno di una specifica categoria". "Per quanto riguarda la mia disciplina, l'atletica leggera, una ragionevole alternativa potrebbe essere quella del principio del cronometro, cioè una classificazione basata sulle prestazioni e non sul genere: in pratica, si corre tutti insieme. Si potrebbero, quindi, proporre gare miste, dove gareggiano sia uomini che donne, inseriti in batterie in base ai tempi di iscrizione. Al momento non è possibile fare questo, proprio per la distinzione di categorie maschili e femminili, ma riparametrando tutto in base al tempo di iscrizione potrebbe essere un primo passo per superare il rigido regolamento che suddivide la gare per genere maschile o femminile. Un accorpamento che, nel contesto paralimpico, non è per nulla nuovo. Alcuni studi dicono che il gap prestazionale tra uomo e donna si sta sempre di più assottigliando e nel 2100, addirittura, ci raggiungerà la parità prestazionale nelle maratone perché, nelle lunghe distanze la donna è più performante in quanto ha maggiore resistenza (informazioni estratte dall'articolo del Corriere dello Sport disponibile a questo "). "I 400 sono stati quelli che mi hanno dato maggiori soddisfazioni in quanto mi hanno permesso di ottenere il record italiano (con il crono di 57"58), ottenuto a 6 ore da un altro crono importante (58"35), abbassando il mio precedente record di 58"01 ottenuto ai Mondiali di Parigi del 2023. Non mi sono, purtroppo, ripetuta sui 200 perché mi è subentrato un problemino alla gamba, quindi ritengo la mia esperienza mediamente soddisfacente". "Los Angeles è lontana, quindi procederò a piccoli passi. Sicuramente ho maggiore consapevolezza e, dopo l'esperienza di Parigi, anche minor paura di una manifestazione che non ha eguali. Mi auguro che Parigi non sia stata la mia prima ed ultima Paralimpiade, però le variabili sono tante e spero saranno a mio favore. Il primo step da superare sarà quello di mettere in difficoltà i miei tecnici per la convocazione ai prossimi mondiali mantenendo il livello fino ad ora raggiunto". "Bellissima! Non sapevo cosa mi aspettasse e l'ho vissuta pienamente. Mi sono sentita accolta ed inclusa come tutte le persone presenti all'interno di quello che è diventato "il mio villaggio". Ho avuto modo di confrontarmi anche con atleti e atlete delle altre delegazioni anche attraverso il tradizionale scambio delle spillette. Mi sono, in generale, trovata bene: letti comodi, ambienti accoglienti e non si mangiava poi così male! (ride). Premetto che io, ad ogni competizione, porto sempre con me il mio cibo perché seguo un certo tipo di alimentazione, quindi a prescindere preferisco non rischiare. Tuttavia, le due volte che ho mangiato il cibo del Villaggio non ho avuto alcun problema, anzi, l'ultimo giorno ho mangiato dei dolci buonissimi e di altissimo livello. Per non parlare dell'altissimo livello di sicurezza e la presenza costante delle Forze dell'Ordine che hanno garantito a tutti e tutte noi tranquillità, quello di cui avevo io in primis bisogno". "Racconta di uno spaccato della mia vita, tre anni, i più difficili che ho vissuto, dal quale sono uscita vincitrice. E' la storia di una persona che ce l'ha fatta riuscendo a realizzare il proprio sogno di gareggiare alle Paralimpiadi di Parigi e vorrei che fosse anche un monito per chi ha affrontato o sta affrontando lo stesso mio percorso invitandolo/a a non mollare e ad avere la consapevolezza che i sogni possono diventare realtà. "Quando avevo la loro età a me è mancato un punto di riferimento al quale appoggiarmi, mi piacerebbe essere il loro. Sicuramente direi loro di non avere paura e che, seppur sia difficile in quanto la società vuole catalogarci in canoni ben precisi e stereotiparci, il concetto di "normalità" all'interno della quale devi rientrare non esiste, è un concetto astratto che deriva da costrutti statici che non contemplano la diversità. Direi loro anche di far sempre rispettare i propri diritti, di essere sé stessi/e di aver fiducia nel cambiamento e nei propri sogni". "Il libro, della quale sono autrice, uscirà a novembre e vanta due prestigiosi coautori: i giornalisti Claudio Arrigoni e Ilaria Leccardi. Ho iniziato a scriverlo un anno fa e ho aggiunto, ovviamente, al mio rientro da Parigi, l'esperienza della Paralimpiade. Sono molto contenta, anzi entusiasta di quello che sta emergendo e rappresenta non solo il mio, personale documento di vita, ma vuole anche essere uno strumento utile a chiunque abbia vissuto o stia vivendo un percorso simile al mio".
Valentina Petrillo, prima atleta transgender con disabilità (sindrome di Stargardt) che a Parigi 2024 ha finalmente realizzato il sogno di essere ammessa alla competizione delle competizioni nella categoria T12 femminile dei 200 e 400 metri.
LGBTQ+
Prima atleta transgender alle Paralimpiadi. Molto si è detto su questo argomento, anche polemizzato. C'è qualcosa che vuoi aggiungere in merito?
Perché, secondo te, sei stata così criticata e attaccata per la tua partecipazione alle Paralimpiadi?
Perché, secondo te, esistono ancora questi pregiudizi nei confronti della persona "diversa"?
Proprio per quanto riguarda le classificazioni, oggetto di ulteriore critica, è stata la tua presenza in una categoria femminile (atletica leggera, 200 e 400 metri T12). Secondo la tua esperienza, quale potrebbe essere una alternativa che possa in qualche modo risolvere questo gap?
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Esperienza Parigi in pista, le tue considerazioni sulle tue performance?
Quali sono le prospettive per Los Angeles 2028, invece?
Com'è stata, invece, la tua esperienza al Villaggio Paralimpico?
Il docu-film che racconta parte della tua vita, "5 nanomoli", oltre a sensibilizzare sui temi dei quali abbiamo parlato all'inizio, su quali momenti della tua storia si concentra?
Visti i recenti tragici avvenimenti che hanno coinvolto ragazzi giovanissimi vittime di bullismo, spesso a causa del loro orientamento sessuale, se ti trovassi davanti ad una platea di ragazzi e ragazze della stessa età, cosa diresti loro?
Per concludere, novità delle novità, sta per uscire il tuo libro "Più veloce del tempo", ce ne vuoi parlare?
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